Dopo la pubblicazione del romanzo Quasi una vita, in libreria nel 2008 con Feltrinelli, Chiara Tozzi, scrittrice e psicologa analista, nonché docente di sceneggiatura, torna sulla scena editoriale con un romanzo fresco, differente, ma ugualmente introspettivo e consapevole.
Oltre che autrice di racconti e romanzi, Tozzi si occupa anche della redazione di sceneggiature per cinema, teatro, radio e televisione. Ed è così che la tensione è assicurata, nel passaggio da un capitolo all’altro, come si trattasse della rappresentazione di scene sul palco o sullo schermo.
Prima di addentrarci nella lettura del romanzo vero e proprio, l’autrice propone ai lettori due spunti di riflessione.
Il primo è una frase di Elio Pecora, tratta dall’opera Rifrazioni, che recita: «Di quali eroi parliamo? Non certo di quelli che conobbero la paura e l’assenza, ma seguitarono». Si tratta di un accenno, ma le interpretazioni sono molteplici, e tutte valide.
Nicola è un eroe, anche se non crede in sé stesso. O meglio ci crede, ma non in amore. In amore si è lasciato andare tanto tempo prima, da ragazzo, nello stesso momento in cui ha dovuto lasciar andare Sara, all’improvviso e senza volerlo.
E basta poco a turbare il suo stato di serenità, nel lavoro e nella vita privata. Basta, appunto, solo una scintilla, una piccola miccia che aspettava un bagliore per accendersi di nuovo. E nel momento esatto in cui questa scintilla esplode, Nicola comincia a sentire ardere di dentro di sé la stessa passione di quando era un ragazzino, lo stesso ardore
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