Il saggio Anatomia del potere – Orgia, Porcile, Calderón – Pasolini drammaturgo vs. Pasolini filosofo, scritto da Georgios Katsantonis, e pubblicato dalla casa editrice Metauro, si rivolge a un segmento specifico dell’opera intellettuale di Pier Paolo Pasolini: la drammaturgia. Prende in esame il corpo, come simbolo e desiderio: il corpo e il desiderio masochistico (Orgia), il corpo che sconfina nella zooerastia (Porcile), il corpo tra scissione e visionarietà (Calderón). Il testo è diviso in tre parti funzionali. La prima è una scelta sadiana. Il linguaggio dei corpi in Orgia comparato con Philosophie dans le boudoir, «un dialogo tra idee e forme espressive sulla base di affinità concettuali nell’intendo di riflettere sul terreno delle modalità in cui la violenza viene ritualizzata attraverso il corpo amoroso sessualizzato». Perciò l’opera teatrale di Pasolini, Orgia, narrazione di una coppia, l’Uomo e la Donna, marito e moglie, che praticano sadomasochismo per rifuggire dagli schemi sociali, in una libertà chiusa su quattro mura. Dall’altro lato la lezione narrativa – anzi, per meglio dire «filosofica» – di Sade. L’adolescente Eugenié, istigato da Madame de Saint Ange, più un gruppo di libertini, tra cui spicca Dolmancé – dediti alla «discussione sull’anatomia degli organi sessuali e delle zone erogene, con puntuali verifiche pratiche, oltre all’apprendimento di specifiche tecniche di godimento».
«Non è azzardato sostenere che quella “allegria” che si origina dalla visione dello spettacolo della morte in Orgia richiama alla mente i sadiani “plaisir dans les maux d’autrui” o “plasir qui ne peut naître qui du spectacle des malheureux”.
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