Faccio questo mestiere da un sacco di tempo, vedo i bambini sorridere quando colpiscono il bersaglio, arrivo la sera con un dolore tremendo agli occhi. Il furgoncino l’ha comprato mio padre in cambio di pollame, suini, soppressate. Erano gli anni ‘80, tutti avevano fatto il salto sociale, e mio padre era stanco di zappare e macellare. Così ci siamo messi a girare per feste, fiere; io erano più i giorni che non andavo a scuola che quelli in cui c’andavo, a lui non importava, bastava che aiutassi a smontare e rimontare senza storie. Ho preso la terza media, volevo studiare il francese, il tedesco, l’inglese. Quindi scelsi il liceo linguistico, era giugno quando una sera a cena mio padre spense la tv – era sempre accesa, se mi fermo a ricordare casa e l’infanzia non mi viene in mente altro che la tv sempre accesa, poi certo, altri rimasugli di vigne, colline, soppressate; ma la tv accesa copre tutto – e mi chiese: «Tu vuoi studiare le lingue o le lingue, insieme alla matematica, la scienza, l’arte?» «Le lingue, faccio io.» «Solo le lingue? Non pure le altre cose che si studiano al liceo?» «Penso soltanto le lingue, perché.» (Senza …
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Questa question fec’io; e quei ‘Di radoIncontra’, mi rispuose, ‘che di noiFaccia il cammino alcun per qual io vado.Ver è ch’altra fïata qua giù fui,Congiurato da quella Eritto crudaChe richiamava l’ombre a’ corpi sui.Di poco era di me la carne nuda,Ch’ella mi fece intrar dentro a quel muro,Per trarne un spirto del cerchio di Giuda.Quell’è il più basso loco e ’l più oscuro,E ’l più lontan dal ciel che tutto gira:Ben so ’l cammin; però ti fa sicuro.Inf. IX 19–30 Da ormai tre o quattro anni Virgilio era morto. A essere onesti, dopo quella brutta insolazione – e col rottame di stomaco che si ritrovava – la cosa non gli era parsa strana, e una volta fatta, non si era scomposto più di tanto. Quando si trovava a discuterne con gli amici, ne parlava come di un fatto trascurabile. E non si poteva negare che quello che aveva imparato dopo morto era la vera notizia. Quando fu richiamato tra i vivi era appunto morto da tre o quattro anni. Intendiamoci, tre o quattro anni per noi che viviamo nel tempo lineare: all’Inferno il tempo non esiste. La chiamata lo sorprese mentre pensava a tutt’altro. Appoggiato ad una roccia scaldata dalla …
La struttura caratteriale narcisistica è un contratto. Concetto per spiegare, nell’ambito del libro dello psicoanalista Christopher Bollas Tre caratteri, che Narciso di per sé non esiste. Centrali sono Eco, silente come punizione per l’eccessiva loquacità, e Narciso, giovane preso dal suo riflesso, il quale non riesce a fare a meno di distruggere la propria immagine. Eco è stata punita da Era, può ripetere solo ciò che gli altri le dicono. Incontra Narciso, si innamora della sua bellezza. Eco tace. Lui la rifiuta, facendola morire in solitudine. Stessa fine farà Narciso, per mano di Nemesi dea della vendetta. Quando si reca a una fonte, Narciso si innamora della propria figura riflessa nell’acqua, che man mano sparisce. Perciò, non può andare via e allo stesso tempo gli è negato avere quello che desidera. Il narcisista, come suggerisce il mito, rifiuta l’oggetto primario – la madre – sostituendolo con un altro, istituito dal Sé. «Se l’altro tenta di coinvolgere il Sé, quest’ultimo lo rifiuta e l’altro va in pezzi. Abiezione. Eco tenta di coinvolgere Narciso ed è respinta. Narciso tenta di coinvolgere sé stesso e viene distrutto. Ambedue muoiono nei rispettivi tentativi di coinvolgere un altro.» La caratteristica della struttura narcisistica è la …
È uscito per Quodlibet, quest’anno, l’esordio di Cristina Venneri. Si chiama Corpomatto e abbiamo fatto quattro chiacchiere con l’autrice. Il romanzo sembra incarnare molti punti ricorrenti della letteratura contemporanea italiana. L’autofiction su tutti. Tuttavia a un certo punto scopriamo che la protagonista si chiama Marta, eppure si ha l’impressione che fra narratrice e autrice ci sia un rapporto di grande vicinanza. È così? Il romanzo è autobiografico, non c’è dubbio. Ma non volevo rientrare nel genere dell’autofiction. All’origine c’è la mia esperienza personale che mi ha aiutato a scrivere di ciò che mi interessava. L’autofiction del resto non è un genere a sé e i prestiti della mia vita sono giustamente solo delle parti della narrazione, come succede per tutte le vicende autobiografiche. Corpomatto è anche, o sopratutto, un bel romanzo di iniziazione, di formazione. La protagonista deve vivere alcune prove: lasciare la famiglia, innamorarsi, scegliere, ritornare. Tutto ha un suo ritmo preciso anche se i momenti a volte si confondono sulla linea temporale. Il trait-d’union sembra essere questo corpo che non va mai nella direzione più comoda, anzi, sembra andare spesso verso la sfortuna, tuttavia è forte e resistente. Marta incarna una persona particolare o un’intera generazione? Corpomatto è …
«È stata una liberazione. Ho provato una felicità immensa. Di colpo mi sono liberato da due mali: la fatica provata a realizzare il mio progetto e l’impossibilità dovuta alle cose… Finita l’oggettività, un sentirsi un oggetto fra gli oggetti… mi ritrovavo vivo, capace di emozioni, di reagire…» La citazione è tratta da L’airone di Giorgio Bassani, romanzo ambientato in provincia di Ferrara. Qui siamo invece nella provincia di Modena, a circa 100 km di distanza, forse meno. L’ambiente naturale, lo spazio vasto e pianeggiante, claustrofobico, è la zona che unisce i due romanzi emiliani. «Dalla vetrata che accompagna il percorso guarda verso i binari, scorge i ragazzi che sui marciapiedi attendono di salire sulla littorina delle Reggiane, saltellando prima su un piede e poi sull’altro, quasi in seduta di footing e urtandosi e ridendo dietro le sciarpe arrotolate al viso. S’arresta per accendersi una sigaretta. Sbircia nella sala d’attesa, abitudine, non una volta sola c’ha rimorchiato su quelle panche, ne avrebbero da raccontare quelle mura screpolate.» Questa invece è tratta da Altri libertini, di Pier Vittorio Tondelli. Allo stesso modo, nel romanzo di Licia Giaquinto i personaggi sono mossi continuamente da una tensione di morte, da una quotidianità che li …