Leggendo alcune parti di V13 mi è tornato in mente un passo di Alla Ricerca del Tempo Perduto in cui si racconta di come Bloch (l’amico ebreo e dreyfusiano del narratore) avesse preso l’abitudine di seguire come spettatore le udienze del processo subito da Émile Zola in seguito alla pubblicazione del J’accuse. Proust racconta lo stato di esaltazione quasi fanatica con cui Bloch si appassiona al processo, dedicandogli intere giornate: «Ci arrivava al mattino per uscirne solo alla sera, con una provvista di sandwiches e una bottiglia di caffè, come al concorso di Stato o all’esame scritto di maturità, e poiché quel cambiamento di abitudini risvegliava in lui l’eretismo nervoso che il caffè e le emozioni del processo portavano poi al culmine, quando tornava a casa era talmente infatuato di tutto quanto era successo in aula che sentiva la voglia di rituffarsi in quel bel sogno, e correva in un ristorante frequentato da entrambe le fazioni per incontrare alcuni compagni con i quali riparlava all’infinito degli avvenimenti del giorno» (da La parte di Guermantes). Parto da qui perché V13 racconta anche qualcosa di simile. Emmanuele Carrère decide di seguire il processo ai complici e all’unico sopravvissuto tra gli autori degli …
Autore: Marcello Conti
«In principio era il Verbo», c’è scritto nel Vecchio Testamento. Nel Nuovo Testamento invece si legge che «Il Verbo si fece carne». In un Nuovissimo Testamento dei nostri tempi si potrebbe dire che il Verbo si è fatto macchina. Le tecnologie digitali si possono infatti descrivere come macchine abitate (e animate) dal linguaggio. Macchine che conservano, trasmettono e producono linguaggio. Il soffio divino oggi spira tra i circuiti di silicio. È questa una delle possibili porte di ingresso per spiegare di cosa parla La tecnologia è religione, il breve ma densissimo saggio di Chiara Valerio pubblicato nella collana Vele di Einaudi. Dico che è soltanto una delle possibili porte perché si tratta di un libro labirintico, difficile da riassumere in un discorso lineare. È una riflessione intorno ad alcuni argomenti chiave (la religione e la tecnologia, come da titolo, ma anche il linguaggio e il corpo, la scienza e la magia) che, come ogni riflessione autentica, procede anche per salti, digressioni, ispirazioni improvvise, variazioni sui temi; mescolando materiali misti: speculazione teorica, citazioni colte o pop, aneddoti autobiografici. Senza l’ansia di arrivare ad un punto definitivo o a dimostrare una qualche tesi. C’è invece una volontà di comprendere che non è …
È ormai popolarmente nota quella esemplificazione della teoria del caos secondo cui il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo. In altre parole, da qualunque evento possono derivare catene di conseguenze imprevedibili: un concetto che apre a una prospettiva vertiginosa di possibilità, esplorate spesso e volentieri dalla letteratura in chiave metanarrativa con racconti che esibisco platealmente come i rapporti di causa-effetto siano la materia essenziale di cui è fatta ogni trama. In questo filone si inserisce Madama Matrioska, esordio di Anja Boato, nonché uno dei primi titoli dell’appena nata casa editrice Accento. La matrioska del titolo è già una descrizione della struttura del libro, che è composto da una serie di storie l’una dentro l’altra. Di fatto ogni capitolo è un racconto quasi indipendente, se non fosse che il personaggio al centro di ciascuna storia appare già (in genere in un ruolo marginale) in quella precedente. Insomma, quello che in un racconto è solo una comparsa, diventa protagonista nel racconto successivo. Di più: procedendo cronologicamente a ritroso, ogni capitolo racconta l’origine (spesso un dettaglio insignificante per un personaggio, ma che sarà decisivo per un altro) di ciò che innescherà o segnerà una svolta nella …